Indosso una camicia vuota
neve sole non importa
a un uomo sporco
che non crede agli onesti
al buon padre di famiglia
col cappotto rivoltato,
Umberto D non ha futuro.
Fuori è molto buio,
costretta la vita su altri ferri,
nasconde foglie secche
nel calduccio di un tappeto,
e cani alla fonda,
vetro gli occhi assenti
su carrelli della spesa
cui manca solo una parola.
“Addestrati a resistere,
ma non a sere dolci
nel paso doble la morte è una stella,
a urtare un mondo
che non ti vuole
e adotta a distanza
figli altrui”
Caro Flavio,
gran parte dell’umanità non ha futuro, non solo Umberto D. La tua poesia mi ha fatto tornare in mente ciò che Epicuro scrisse a Meneceo:
“Ricordiamoci poi che il futuro non è del tutto nostro, ma neanche del tutto non nostro. Solo così possiamo non aspettarci che assolutamente s’avveri, né allo stesso modo disperare del contrario.”
cari saluti, Ubaldo de Robertis
Non siamo ciò che in parte abbiamo creato intorno a noi. Poi la sfortuna, il destino o il fato crea disegni ambigui e dorosi. Oggi è difficile vivere in questo corrotto mondo, senza ideali e se ci sono sono estremi. Tutti siamo, almeno un po’ , Umberto D, senza futuro. Io, che ho fede, però, credo nell’ amore e nella speranza di un futuro migliore.
Molto bella questa tua.
Grazie dei passaggi da me.
Un abbraccio
e una preghiera
Chiara
Uffi il mio commento inizia con ” noi” e no ” non”, scusa. Sto usando lo smarphon: mi corregge a modo suo, anche perché ( devo fare mea culpa) sono al quanto imbranata, e, purtroppo, ho il computer in riparazione.
Riciao e buona settimana
Chiara