La lingua scava dalle tue bocche
sapore di coloniali e pioggia,
un loggiato di rondini sedotte
pronte a tutto pur di essere
sollevate dal giusto abbraccio.
I polsi afferrati, pronti
a farsi prendere con dolcezza
finalmente voluta, libera.
Cessa ogni focolaio di resistenza,
niente può tornare alla sorgente,
ma fluire orgoglioso, mistico puro
verso il mare caldo
cui lanciare l’ultimo sguardo,
il più bello
per rivedersi e morire.
l’incipit è grandioso ..i primi tre versi
la pioggia scava la pietra
ma la lingua scava la pelle.
Come sempre, per me non è facile seguirti, mio limite. Qui, mi lascio trasportare dall’ acqua pura, chissà, forse da salmone il ritorno al mare. Calda, come questa estate.
Un sorriso
Chiara
Sublime…